G r u p p o  M o n t a g n a  F i u m e  V e n e t o          

Ricovero Bitter (m. 1139)  Val Pentina

l'ambiente

Il territorio è quello compreso fra la Val Prescudin, la Val Tasseit, la Val di Sass e la Val Pentina. I versanti sono quasi sempre molto ripidi, coperti da erba e rada vegetazione nei versanti più assolati e da boschi fitti e ombrosi nei versanti più freddi. La morfologia tormentata rivela la vicinanza di importanti linee di faglia, quali quella di Andreis/Barcis e quella della Val Caltea. Le piccole valli sono strette e percorribili faticosamente, per sentieri che  seguono le creste o tagliano pendii molto inclinati. Le rocce sono formate da calcare e dolomia con affioramenti di marne e argilliti  lungo i canali del Cellina e del Pentina. La roccia mostra in genere una notevole frammentazione, ma non si notano comunque fenomeni franosi di grande rilievo.

Flora

La vegetazione arborea  è molto diversa a seconda della quantità di luce: essendo i crinali generalmente disposti est-ovest, abbiamo quasi ovunque un pendìo assolato ed uno ombreggiato. Nei versanti esposti a sud la vegetazione è rada con presenza di specie erbacee anche molto alte, mentre sui versanti freschi abbiamo boschi fitti dove domina il faggio associato al pino nero e al tasso, con scarso sottobosco. Le specie floreali della zona montana non offrono qui quelle macchie colorate che invadono i prati dolomitici o dell’alta Carnia. Ma non mancano gli esemplari più tipici, come la Genziana Clusii, la Saxifraga setolosa, alcune specie di Orchideacee, come la Pianella della Madonna (versante Prescudin), e poi l’Aquilegia atrata, la Cerinthe Glabra, la Centaurea,  la Viola del pensiero selvatica, l’Erba limona, il Verbasco.

 

Fauna 

Mentre è relativamente facile osservare le molteplici tracce reperibili fra i versanti descritti, è piuttosto difficile scorgere gli abitanti abituali. Nel periodo invernale si incrocia nella neve la traccia del camoscio, della lepre, del capriolo. Più facile imbattersi nella vipera, da primavera inoltrata alla fine estate, a volte nei pressi di ruscelli o sulle creste assolate o, più raramente, attorcigliata su un ramo. Sui pendii o al margine del bosco, possiamo essere sorvolati da un veloce passaggio di forcello. Nelle giornate piovose, in mezzo al sentiero incrociamo la lenta salamandra pezzata.

Se andiamo a camminare in molti, inevitabilmente interrompiamo quella tranquillità che consente di intercettare con lo sguardo o con l’orecchio la presenza degli abitatori di queste montagne. Durante le escursioni si eviti dunque di disturbare eccessivamente con grida e schiamazzi, così pure allontanarsi troppo dai sentieri in gruppi numerosi. Gli animali di grossa taglia percorrono normalmente i vecchi sentieri che noi umani utilizziamo ormai raramente. I nostri passi siano quindi guidati dalla curiosità ma anche dal rispetto dovuto alle specie che, pur mancando ormai i grandi predatori (lupo, orso, lince), qui vivono comunque fra mille difficoltà in un habitat a loro congeniale ma sempre più ristretto.

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